E infine anche il pesce scoiattolo è arrivato.
L’avvistamento dell’ennesima specie aliena nel Golfo di Trieste è avvenuto nei giorni scorsi nelle acque protette di Miramare, grazie ad una prima segnalazione di subacquei durante un’immersione ricreativa, seguita poi da una serie di uscite di monitoraggio compiute dai nostri ricercatori fino al suo avvistamento e identificazione.
Si tratta della prima osservazione di questa specie per l’Adriatico e per tutte i mari italiani. E che sia avvenuta a Miramare non è un caso.
L’avvistamento
Durante un’immersione notturna a Miramare, quattro attenti osservatori subacquei del Nordè Diving Team – Livio Poloni, Marika Colombera, Cesare Venere, e Gianni Balliana – si sono imbattuti per pochissimi secondi in un pesce dall’aspetto curioso.
Ne hanno tratto un breve filmato che è stato subito posto all’attenzione dei nostri ricercatori, che con gran sorpresa hanno riconosciuto un pesce scoiattolo, specie dalle abitudini notturne che durante il giorno si nasconde in fessure o sotto le sporgenze, per entrare in azione di notte, quando si sposta solitamente su letti di sabbia e praterie, catturando soprattutto granchi e altri piccoli crostacei.
I monitoraggi
È partita immediatamente la ricerca dell’individuo per poter avere qualche immagine che consentisse un’identificazione certa della specie: gli holocentridi infatti sono un genere con diverse specie piuttosto simili.
Dopo oltre 200 minuti di monitoraggi subacquei, finalmente è stato possibile catturare immagini e video dell’individuo – un esemplare adulto di circa 16 cm – che, con il supporto dei colleghi del NIB di Pirano e di OGS, è stato provvisoriamente determinato come Holocentrus adscensionis, la cui prima comparsa accertata nel Mediterraneo risale ad un avvistamento del 2016 a Malta (VELLA, Adriana; VELLA, Noel; DARMANIN, Sandra Agius. The first record of the longjaw squirrelfish, Holocentrus adscensionis (Osbeck, 1765) (Holocentriformes: Holocentridae), in the Mediterranean Sea. Natural and Engineering Sciences, 2016, 1.3: 78-85.).
L’identificazione
A prima vista questa specie può essere morfologicamente confusa con altri holocentridi: questa famiglia è infatti composta da diverse specie che presentano una serie di caratteri morfologici esterni sovrapponibili (Carpenter, 2002; Nelson, 2006; Dornburg et al., 2012; Froese & Pauly 2016), per cui la codifica del DNA barcoding svolgerebbe un ruolo importante nell’identificazione certa dell’esemplare, sul quale non è stato possibile fino ad ora effettuare indagini e misure biometriche.
Al di là della specie, l’avvistamento di un esemplare di holocentridi rappresenta un fatto eccezionale: questa di Miramare è la prima osservazione non solo per l’Adriatico ma per tutte le acque costiere italiane.
La provenienza
Originario dell’Atlantico occidentale – con distribuzione dalla Carolina del Nord al Brasile, compreso il Golfo del Messico, le Indie occidentali e i Caraibi – ma presente anche in alcune zone dell’Atlantico orientale, è molto probabile che l’arrivo dell’Holocentrus adscensionis nel Mediterraneo possa essere legato al trasporto marittimo: quando gli esemplari arrivano già da adulti, e questo potrebbe essere il caso di Miramare, si pensa arrivino nascosti nei piccoli spazi delle chiglie delle grandi navi.
D’altronde, come per il primo luogo di avvistamento del 2016 – collocato tra due grandi porti con un’intensa attività marittima e navale – anche Miramare si trova in un contesto simile, caratterizzato dalla presenza di 3 porti, Trieste, Monfalcone e Capodistria, dalle attività navali, commerciali e turistiche, in crescita. Se a questo si aggiunge il fatto che quelle di Miramare sono probabilmente le acque più monitorate e osservate del Golfo di Trieste, sia per scopi scientifici che divulgativi, non è strano che l’avvistamento di questa, come di altre specie aliene, sia avvenuto proprio qui.
La diffusione
A facilitare il suo insediamento in luoghi anche molto distanti dalla sua zona di origine è il suo prolungato periodo pelagico di pre-insediamento, che può anche superare i 50 giorni, che non solo consente al pesce scoiattolo di percorrere lunghi tragitti prima di raggiungere la scogliera in cui si insedia ma facilita anche la diffusione della sua prole ad ampio raggio.
La sua proliferazione rischia inoltre di essere ulteriormente agevolata dal graduale riscaldamento del Mediterraneo, che potrebbe portare a un’espansione dell’areale di questa specie aliena, analogamente a quanto sta succedendo al Sargocentron rubrum: anch’esso appartenente agli holocentridi, il pesce soldato è giunto nel Mediterraneo orientale attraverso il canale di Suez e nel giro di una decina d’anni è diventato una delle specie non autoctone più invasive dell’area (Azzurro et al., 2014).
QUI il video del pesce scoiattolo a Miramare
Foto e video di Saul Ciriaco