Fino a ieri era “Endangered” (minacciato), oggi è “Vulnerable”. Il panda gigante, per oltre 50 anni icona globale delle specie in estinzione e simbolo del WWF, è stato declassato da una categoria di minaccia maggiore ad una minore da parte dell’Unione mondiale per la Conservazione della natura, l’organizzazione internazionale che, per conto delle Nazioni Unite, gestisce la cosiddetta Red List, la Lista Rossa, delle specie minacciate di estinzione al mondo.
L’annuncio è stato fatto nel corso del World Conservation Congress dell’IUCN che ha luogo dal 1 al 10 settembre a Honolulu nelle Hawaii.
Nell’aggiornamento della Lista rossa infatti, che ora include l’analisi di 82.954 specie viventi delle quali 23.928 risultano minacciate di estinzione, si sottolinea come la popolazione del panda ha registrato una crescita del 17% nella decade che si è chiusa nel 2014, quando un censimento promosso dal governo cinese ha stabilito la presenza di 1.864 panda giganti in natura nelle foreste della Cina.
Una buona notizia che dimostra come l’approccio integrato alla conservazione permetta di ottenere grandi risultati. Plaude ovviamente il WWF internazionale: “Sapere che oggi il panda è un gradino più lontano dall’estinzione – afferma Marco Lambertini, Direttore Generale del WWF Internazionale – è, per chi come noi è impegnato ogni giorno nella conservazione attiva, una notizia straordinaria. Questo risultato dimostra che quando scienza e politica lavorano insieme, coinvolgendo le comunità locali, si possono ottenere risultati eccezionali nella conservazione delle biodiversità”.
Ma le cattive notizie nella Red List purtroppo non mancano: quattro specie di grandi scimmie su sei sono ora in pericolo di estinzione: il gorilla orientale (nelle due sottospecie del Gorilla di Grauer e il gorilla di montagna), il gorilla occidentale, l’orango del Borneo e quello di Sumatra sono tutti vicini all’estinzione, minacciati dal bracconaggio e della distruzione degli habitat.