Fuori da Miramare: la Soprintendenza sfratta la Riserva marina

Fuori da Miramare: la Soprintendenza sfratta la Riserva marina

Dopo 30 anni di attività ininterrotta, la prima area marina d’Italia rischia di restare senza sede operativa nel Parco.

L’Area Marina Protetta di Miramare entro l’anno sarà costretta ad abbandonare la sua sede operativa dentro al Parco demaniale omonimo, o almeno queste sembrano essere le ultime indicazioni dell’arch. Caburlotto, direttore del Polo Museale Regionale di Miramare, che lo scorso settembre ha intimato al WWF, soggetto gestore dell’Area Marina per conto del Ministero dell’Ambiente, di lasciare tutti gli spazi del Parco finora in concessione.

Decisione inaspettata e in controtendenza, che sconfessa le politiche dello stesso governo centrale, attento alla valorizzazione integrata delle bellezze nazionali, contando sulla collaborazione tra gli enti pubblici e tra questi e i privati, come nel progetto Signa Maris, recentemente lanciato proprio dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo per promuovere le ricchezze culturali, naturalistiche e i sapori del territorio italiano attraverso la nascita di un sistema turistico che unisce ed integra mare e terra.

Non così a Miramare, dove quello che più stupisce e amareggia della richiesta del direttore del Polo Museale non è la rivendicazione di beni e strutture di competenza demaniale per i propri fini istituzionali, ma l’aver rovesciato una propria decisione, resa ufficiale appena un anno fa a conclusione di un lungo tavolo tecnico di concertazione tra i Ministeri coinvolti.

Infatti, la Riserva di Miramare si trova, nel 2015, ad affrontare la scadenza delle concessioni pluriennali degli spazi demaniali dove aveva posto la propria sede operativa, e da tempo il WWF, quale soggetto gestore, si era attivato per comporre lo scenario post-2015 in una soluzione, concertata con l’allora Soprintendenza e ora Polo Museale, adatta a proseguire le attività in modo fluido e senza interruzioni.

Da parte dell’Area Marina, c’è stata da subito massima disponibilità nel cercare alternative, non solo logistiche, ma funzionali ad un rapporto più costruttivo tra il Parco terrestre e la Riserva marina, tanto che già dalla fine d’ottobre, come da indicazioni emerse alla fine del lungo tavolo tecnico già citato, il WWF ha traslocato gli uffici in altra sede, mantenendo soltanto il Centro Visite e la struttura di appoggio per le attività in mare.

Su queste basi operative però la posizione del WWF è inequivocabile: per quanto il Castelletto sia stato la sede storica della Riserva per quasi 30 anni, non è prioritario mantenervi la sede, anche tenuto conto delle rivendicazioni del Polo Museale, mentre è fondamentale mantenere la fruizione esclusiva degli spazi in riva al mare del Bagno Ducale e altrettanto importante è poter contare su una sede operativa adeguata all’interno del Parco, per condurre le attività educative , di sorveglianza e di sensibilizzazione.

Nessuna presa di posizione di principio, dunque, ma solo esigenze operative focalizzate ad ottemperare agli obiettivi istituzionali scritti 30 anni fa dal Ministero dell’Ambiente e tuttora linee guida fondamentali dell’operato della Riserva.

“Con lo sfratto dal Parco di Miramare l’operatività dell’Area Marina è ad alto rischio – ha commentato durante la conferenza stampa odierna il direttore della Riserva Maurizio Spoto – A partire dalla sua istituzione, nell’ormai lontano 1986, l’area ha rappresentato un punto di riferimento per le attività di conservazione, ricerca, didattica e fruizione, non solo in Italia ma anche nel resto del Mediterraneo. Questo patrimonio di conoscenze, queste competenze nella gestione, nell’educazione ambientale e nella divulgazione scientifica non deve subire arresti.

La presenza del Centro Visite all’interno del Parco, visitato da migliaia di cittadini e in particolare da giovani delle scuole, ha sicuramente contribuito a rendere più interessante l’intero complesso di Miramare in una contaminazione di valori, storico- culturali e ambientali che rappresentano il vero patrimonio del nostro Paese.”

L’auspicio, dunque, è che si possa arrivare ad un accordo con il Polo museale che consenta all’Ambiente e ai Beni culturali, due presenze inscindibili di Miramare, di valorizzarsi e non di escludersi a vicenda.

 

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